Monday, October 09, 2006

Pubblicata la deliberazione CNIPA sulla firma digitale in XML


ROMA. E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre 2006 - serie generale, n. 230 - la Deliberazione CNIPA 18 maggio 2006, recante: "Regole tecniche per la definizione del profilo di busta crittografica per la firma digitale in linguaggio XML." (Deliberazione n. 34/06).
La deliberazione da corso alla previsione normativa dell’articolo 12, comma 8 della Deliberazione n. 4 del 17 febbraio 2005, il cui scopo e’ l’individuazione di ulteriori formati standard di busta crittografica, riconosciuti a livello nazionale o internazionale, conformi a specifiche pubbliche (Publicly Available Specification – PAS).
L’obiettivo e’ quello di rispondere rapidamente alle esigenze rappresentate dalle pubbliche amministrazioni e dal mercato rendendo fruibili formati di busta crittografica che possano rispondere a specifiche esigente tecniche, organizzative, amministrative e tecnico/giuridiche.
In questo ambito si inquadra la Deliberazione 34 del 2006 che individua la modalita’ con cui produrre la busta crittografica realizzata con il linguaggio XML (eXtended Markup Language).
La possibilita’ di utilizzare la firma digitale con buste crittografiche XML consente di potenziare l’interoperabilita’ nello scambio dei documenti informatici sottoscritti digitalmente. E’ infatti in XML che sono prodotti i documenti elettronici di tipo sanitario e finanziario (corporate banking). La disponibilita’ di questi formati consente di omogeneizzare le strutture dei dati scambiati nel sistema pubblico di connettivita’ (SPC) con le informazioni relative all’autenticazione e sottoscrizione degli stessi.
I formati oggetto della Deliberazione 34/2006 sono conformi a quanto stabilito dagli enti di standardizzazione dell’Unione europea, proseguendo quindi il percorso iniziato con la Deliberazione 4/2005 volto a rendere la firma digitale nel nostro Paese sempre piu’ interoperabile, fruibile e interpretabile in Europa.
Discreto passo in avanti nel mondo della firma digitale, ma è ancora un privilegio di pochi.
Perché?

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